Gruppo di Auto Mutuo Aiuto
Accoglie persone colpite da ictus, familiari o coloro che se ne prendono cura, dette caregivers.
Le parole auto e mutuo descrivono le modalità con cui il gruppo interviene: l’aiuto è una risorsa da scoprire ed attivare in ciascuno di noi. Gli altri, con cui condivido la situazione e che ritengo in grado di comprendere quello che provo, mi offrono il loro sostegno e le loro esperienze vissute in prima persona.
La nostra Associazione ritiene utile offrire uno spazio di confronto tra pari a coloro i quali vivono quotidianamente il disagio della disabilità e a coloro che se ne prendono cura, seguiti da uno psicologo. Una serie di incontri nei quali poter condividere e confrontare con altri la propria esperienza ed elaborare i propri vissuti in relazione a quanto è accaduto ed a quanto resta ancora da fare.
Al gruppo partecipano le persone colpite da ictus, da sole o accompagnate dal familiare o il prestatore di cura, anche senza l’assistito nei casi in cui la persona sia impossibilitata a partecipare. Le esperienze di ciascuno saranno di aiuto agli altri e ogni partecipante potrà contare su coloro che stanno vivendo la stessa condizione.
I volontari, i familiari, i caregivers in generale, all’interno della nostra Associazione cercano ascolto, accoglienza, sostegno, informazione. Il singolo individuo viene visto sia come soggetto portatore di risorse e bisognoso di formazione e informazione, sia come soggetto richiedente aiuto e, perciò, bisognoso di ascolto e sostegno tra pari (mutuo- aiuto).
Obiettivi del Gruppo:
offrire sostegno all’individuo e alle relazioni;
favorire la consapevolezza e il percorso di accettazione della malattia;
sostenere la motivazione alla cura e alla riabilitazione;
favorire momenti di socialità attraverso la condivisione;
sostenere ed accompagnare i singoli in difficoltà;
migliorare, ove possibile, la percezione individuale di benessere (anche di chi assiste);
offrire e promuovere momenti di socialità e possibilità di incontro;
offrire un luogo e un tempo di scambio di informazioni utili ad affrontare i problemi che la malattia porta con sé.
Cosa ci aspettiamo:
maggior consapevolezza del singolo sia della situazione attuale che delle prospettive;
consapevolezza che è ancora possibile rendere piacevole qualche momento della giornata;
maggior fiducia nelle capacità e nella competenza della persona che aiuta;
migliore coscienza e conoscenza del vissuto e delle emozioni proprie e comuni;
parlare più apertamente delle esperienze e difficoltà, ascoltare e offrire agli altri le soluzioni e le azioni sperimentate;
apertura verso nuovi incontri che possono diventare amicizie e maggior partecipazione a momenti di socialità.
Il gruppo diventa punto di riferimento nei momenti di criticità ed elemento propositivo. Le persone presenti, esperte perché hanno vissuto in prima persona l’esperienza della malattia e le fatiche dell’assistenza, possono testimoniare che la vita dopo l’ictus è ancora degna di essere vissuta e può ancora portare momenti di serenità e di leggerezza.
L’intervento si basa sull'utilizzo del gruppo come risorsa e come ambito protetto in cui poter esprimere le proprie emozioni, i propri disagi, condividerli con gli altri, trovare modi per superare le difficoltà. Il conduttore si pone come facilitatore della comunicazione e degli scambi, sostiene la motivazione, fornisce, se richiesto e ritenuto opportuno, informazioni sulle problematiche psicologiche che via via emergono.
"Le persone colpite da ictus tendono a chiudersi a riccio… Hanno paura di farsi aiutare, rimandano, dicono: "…sì, sì…", poi non si muovono e non si lasciano aiutare. Già arrivare al gruppo è un bel passo avanti".
Giorgio
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